Mediterranean migration layers in Sicily and southern Italy


Le razze e i popoli della terra (Renato Biasutti)

https://en.m.wikipedia.org/wiki/Renato_Biasutti

Italiani:

“ .... Nella pianura romagnola ha il suo centro caratteristico, il suo più marcato dominio, il tipo brachicefalico planoccipi tale, che abbiamo identificato con la razza Adriatica. Alla forma italiana della razza manca però il predominio dell'alta statura e vi sono divergenze notevoli anche nei caratteri fisionomici e sembra pertanto giustificato il farle un posto a parte, come sottovarietà Padana. La statura oscilla intorno a valori medi, la corporatura è robusta, ma senza eccesso di sviluppo nel tronco, il colore dei capelli e degli occhi tende ai toni più scuri, mentre la pelle è assai bianca. La faccia è in generale assai lunga, in ogni modo ben profilata, con naso alto e sottile, bocca piccola, mandibola robusta e mento alto. Sono però meno frequenti che nella forma Dinàrica della Balcània, il naso adunco o aquilino, i pomelli un po' alti, gli orecchi divaricati, gli occhi troppo ravvicinati. Il tipo è nel complesso raggentilito, pur conservando una impronta energica e volitiva : nella graduatoria estetica dei tipi regionali italiani questa forma padana occupa indubbiamente uno dei primi posti.

Da quanto si è detto sulla distribuzione del tipo cefalico che è proprio alla razza, sappiamo che essa occupa ampi territori dell'Italia settentrionale insieme alla razza alpina. I prodotti ibridi sono quindi pure assai numerosi ed essi hanno una non piccola parte nel tipo medio prevalente in tutta la pianura padano-veneta e in molti distretti alpini.
Ben riconoscibile è pure la presenza del tipo adriatico nelle Marche e in Toscana: i tratti duri e incisivi di molti toscani del Rinascimento ne portano una netta impronta come, per contro, la molle, calda e un po' pingue bellezza delle donne nella pittura veneziana dello stesso tempo, porta, anche col frequente color biondo dei capelli, qualche non dubbia traccia di una parentela alpina. All'estremo confine nord-orientale del territorio italiano annuncia la sua presenza anche la razza Baltica.

Qualche difficoltà presenta la posizione sistematica dei brachicefali dell'Italia meridionale, dall'Abruzzo marittimo in giù. La forma cefalica si accosta al tipo adriatico, ma i tratti fisionomici sono diversi, di marca più meridionale: anche nelle proporzioni del corpo si nota nelle varie province del Mezzogiorno una notevole frequenza di forme a tronco molto sviluppato e gambe corte che vanno attribuite ai brachimorfi locali. Nella pianura napoletana e nelle vicine isole questo elemento ha spesso il naso assai forte, talvolta aquilino, e gli occhi un po' a fior di testa e differisce al massimo dal tipo Mediterraneo locale, dalla pelle bruna, i capelli ricciuti, i tratti fini e le membra agili e snelle.

È stata espressa da alcuni studiosi l'opinione che si possa trattare di un sedimento di antica derivazione esterna, proveniente dal Mediterraneo orientale o dalle sue isole: in tal caso, di probabile affinità armenoide. Ma se passaggio vi fu, esso in ogni caso dovè avvenire in tempi preistorici assai remoti (eneolitici?) e quindi lo sviluppo e la formazione degli attuali gruppi brachioidi, dai primi germi depositati, è avvenuto in modo autonomo. Al tipo regionale che ne è derivato si può dare il nome di Campano.
La questione non potrebbe essere risolta senza una revisione del materiale scheletrico preistorico finora illustrato — non molto abbondante per le età più antiche — e, specialmente, senza nuove scoperte. B. Lundman, in uno scritto già ricordato, ritiene che i navigatori del Mediterraneo orientale, portatori e cercatori di metalli, abbiano contribuito a depositare un particolare tipo brachicefalico anche sul versante tirrenico della penisola italiana: tipo affine, dunque, all'armenoide, in una varietà cui egli vorrebbe dare il nome di « litoroide » di assai dubbia convenienza, dato la facile confusione che si creerebbe con la forma « litoranea » della razza mediterranea. Ma Lundman sembra riferirsi essenzialmente agli Etruschi di Toscana e della Campania. La deposizione in discorso dev'essere invece molto più antica, perchè se ne trovano chiare tracce nei crani eneolitici esumati in vari luoghi della nostra penisola; ad esempio, in quelli tratti dalla necropoli eneolitica di Paestum, illustrata da P. Graziosi. Due almeno dei numerosi brachicefali della serie sono di chiaro tipo armenoide nel cranio cerebrale, a fronte larga e declive, altezza massima spostata all'indietro e occipite piatto. L'elemento dolicomorfo associato, che è presente in non esagerata maggioranza, ha cranio lungo e basso, ossatura rozza, rilievi sopraorbitari marcati, pomelli forti, naso e, soprattutto, mento prominenti. Un gruppo, comunque, già misto, di media statura (163 cm.), che Graziosi non esita a definire « non mediterraneo », ed è, in realtà, anche nel componente dolicomorfo, poco simile alle forme mediterranee attualmente prevalenti nella penisola italiana.

Si può notare che non si è rilevato alcun riflesso della presenza degli alloglotti insulari e peninsulari, dovuti a colonie antiche o recenti, di cui si è parlato all'inizio di questo capitolo. Il fatto, alquanto inaspettato, venne considerato anche da Livi. Inatteso soprattutto nel caso delle colonie albanesi, che avrebbero dovuto portare anche in Italia la statura elevata e la forte brachicefalia che distingue gli Albanesi dell'Albania, mentre i caratteri antropometrici dei gruppi di origine albanese non differiscono affatto da quelli dei vicini villaggi italiani. O non vi era dunque alcuna sostanziale diversità di tipo, al tempo della loro introduzione, o vi è stata una trasformazione (per miscela o per convergenza) verso il tipo locale. Lo stesso fenomeno sembra essersi verificato nelle numerose colonie piemontesi e lombarde sparse nella Sicilia e in Calabria. ...”

Ho deciso di non tradurlo in Inglese. Se sbaglio una virgola, può essere che scoppia un “48”.
È meglio che lo traduca qualcun’altro. :)

I’m not translating in English, it is a bit complex, and if I make a mistake there’s the possibility to be taken out of context or start a controversy. :)
 
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Se volete posto anche il resto del capitolo, quelle erano le ultime due pagine. Ho anche qualcosa di più aggiornato (2008) sull'antropologia dei gruppi calcolitici.

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As promised..



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Thanks for sharing. Basically Biasutti discredits Lundman. Biasutti says that this brachycephalic type present in southern Italy, from Abruzzo to further south Italy, has nothing to do with the Etruscans because the presence of this Campanian type is much older, this type is attested in the Eneolithic necropolis of Paestum (Gaudo culture).

This is compatible with what we said before, with a migration from the Balkans to southern Italy, particularly in the culture of Laterza in Apulia, of a brachycephalic type coming from the eastern Mediterranean. And from Apulia to the rest of South Italy, up to the southern extremities of Abruzzo and Lazio.
 
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Se volete posto anche il resto del capitolo, quelle erano le ultime due pagine. Ho anche qualcosa di più aggiornato (2008) sull'antropologia dei gruppi calcolitici.

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Fosse per me, quante più informazioni abbiamo, meglio è.
Siccome è un progetto laborioso e ti costerà sicuramente del tempo, Io aspetterei per l’opinione di Pax Augusta (Moderatore).

The more the better, but it takes time and Work.
Personally I would wait for the opinion of Pax Augusta (Moderator)
 
Fosse per me, quante più informazioni abbiamo, meglio è.
Siccome è un progetto laborioso e ti costerà sicuramente del tempo, Io aspetterei per l’opinione di Pax Augusta (Moderatore).

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You could be thracian and from varna or cris cultures
.
https://indo-european.eu/tag/iapygian/
.


Iron Age southern Italians likely descended from early to late Neolithic farmers from Anatolia and possibly as far East as the Caucasus, and from migrants arriving from eastern Europe around the late Neolithic/early Bronze Age. These findings support previous hypotheses that the ancestors of the Iapygians may have originated in the eastern Balkan region, or derive shared ancestry with a common source population from eastern Europe.
 
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Iron Age southern Italians likely descended from early to late Neolithic farmers from Anatolia and possibly as far East as the Caucasus, and from migrants arriving from eastern Europe around the late Neolithic/early Bronze Age. These findings support previous hypotheses that the ancestors of the Iapygians may have originated in the eastern Balkan region, or derive shared ancestry with a common source population from eastern Europe.
I can see a probable Haplo connection, but for the rest:
I’ll add your hypothesis with the others.
(Maybe you’re right).
I say so because of the infinite at times aggressive arguing of the Balkans related threads. Proving, disproving, and contradicting Papers and Theories that are posted.
Eventually a clearer theoretical prediction will emerge, (I hope), but no yet.
Thanks for Sharing. :)
 

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